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Dopo un inizio traballante, mi rendevo conto che il mestiere mi stava entrando nel sangue.

Tutte le volte che mi chiamavano per un extra , oltre al piacere per i soldi, mi sentivo emozionato.

Dai miei diciotto anni in poi, si può dire che ho passato poche domeniche libero. Questo non mi ha mai pesato. Con Paolo e Bruna del ristorante Dei Caffi ho passato quasi cinque anni a momenti alterni e facendo extra anche in altri locali. Alcuni periodi ero fisso e altri volante ma andava benissimo. Era quello che per un novizio si chiama gavetta. Si imparano molte cose, guardando gli altri. Si ruba il mestiere quando si ha voglia di imparare. Ero come una spugna, volevo diventare bravo. Per alcuni periodi lavorai anche in altri locali, anche con funzioni da Maitre ma mi stavo rendendo conto che il banco-bar mi attirava come una calamita.

In quel periodo stavano facendo lavori per aprire una discoteca vicino a casa. Pensai che ci poteva essere un barman professionista ad organizzare i bar. Se mi avessero assunto e affiancato a questo tipo di persona, avrei potuto imparare molto sul lavoro del bar. Quando sei giovane la parola ¨cocktail¨ assume un certo fascino ed imparare a prepararli, ancora di più.

Venni assunto, e la cosa che mi lasciò di sasso fu che non c'erano barman professionisti; mi assegnarono la responsabilità dell'american-bar.

Anche qui non sapevo fare niente ma comprai molti libri e studiando molto, quasi fagocitando i testi potei praticare fingendomi professionista.

Dopo una stagione invernale venni contattato da un altro locale per la stagione estiva. Accettai.

Proprio durante l'estate venni "ingaggiato" da Piero del ¨Pantera rosa¨ la discoteca più INN della zona.

La più ambita dalla clientela e da chi come me avrebbe voluto andarci a lavorare.

Iniziai in Settembre, avevo ventisei anni e per il mondo del bar con la B maiuscola cominciò la mia seconda gavetta. Fu la più dura ma Piero, Italo e Guido erano i veri maestri che cercavo da anni.

Non so se ho imparato tutto quello che potevano insegnarmi ma le mie fondamenta professionali le devo a loro.

 

Ricominciai da zero, come raccoglibicchieri di discoteca ma in giacca e cravatta. Nel corso degli anni con loro notai tutte le sfaccettature della notte dal punto di vista lavoro. Subii anche, nei confronti dei clienti, delle umiliazioni da parte dei datori di lavoro ma, oggi, posso solo ringraziarli . Mi hanno plasmato addosso il lavoro come una muta da sub. Adesso mi rendo conto che anche non sapendo cantare, ballare o suonare, stavo comunque cercando un mio palcoscenico dove esibirmi.

Rimasi con loro quasi tre anni, intensi, duri, stancanti e bellissimi!!!

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