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I tanti volti del barman

Buongiorno amici, tra poco andrò’ nel bar a fare pulizie, anche se è il giorno di riposo. La polvere non lascia scampo e non c’è niente di peggio che vedere tutte quelle belle bottiglie con un tono opaco. E il simpatico è che non mi dispiace affatto. Passare il pomeriggio a spolverare, rilavare bicchieri che si usano meno, ripassare la posateria e gli attrezzini sono per me un relax eccezionale. Posizionare bene tutti gli ammennicoli (detti anche raccoglipolvere) regalati dai clienti ed amici, ti aiuta a rilassarti per affrontare una nuova settimana. E ti vengono anche in mente nuove cose da proporre, da sperimentare. Ho già detto quanto amo questo lavoro che ha comunque, come potete ben capire, un lato non visto dai più. Quando una persona è responsabile del suo locale deve anche impratichirsi a fare un po’ di tutto come  la manutenzione. Un lavandino si intasa, il fabbricatore del ghiaccio fa le bizze, il bottone della vaschetta del bagno non funziona,…e tutto quando, di li a poco, comincia magari il lavoro del sabato sera. Bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di tamponare in qualche maniera e sopperire ai malfunzionamenti. E’ difficile trovare un tecnico adatto e se lo trovi ti sei giocato il guadagno della serata, con tutto il rispetto per il lavoro altrui. Questo lavoro non è solo la parte teatrale dello stare dietro ad un banco o in sala con le persone a chiacchierare; quando si presentano questi contrattempi è anche improvvisazione e immaginazione sul come poter tamponare e risolvere il problema perlomeno fino al lunedì. Il vero professionista è anche questo….

ciao amici e colleghi e ai prossimi ….pensieri. Trevirtu plumber idraulico2 disegno   Questo sono io in una delle mie performance !! Un GRAZIE a Pixabay per le immagini GRATUITE !!

I barmen sconosciuti

Giovedì, salve amici, oggi voglio spezzare una lancia a favore di quei barman che da anni svolgono il loro lavoro con professionalità e dedizione ma che come me non sono riusciti ad emergere. E sono centinaia se non migliaia che,quando sei seduto al banco di fronte a loro ti sanno trasmettere tutto l’amore e l’impegno e la passione che mettono per accontentare la tua richiesta. Lo puoi notare già da quando entri in un locale, sia esso chic o umile. Tutti gli arredi , gli oggetti, la bottiglieria hanno una loro posizione ben precisa, hanno un “senso”, e il sorriso di chi ti accoglie è sincero, è della persona che ha preparato tutto questo in modo che tu, entrando nel suo locale, ti senta a casa anche se sei a mille chilometri dalla tua famiglia. Non importa che sappia prepararti un Daiquiri o un Margarita frozen, quello che farà, forse un caffè o un Milano-Torino, verrà preparato nel miglior modo che conosce….ed avrà un gusto speciale perché ha saputo trasmetterti l’amore per il suo lavoro. Queste persone non hanno mai ricevuto l’attenzione dei media, forse perché non l’hanno mai cercata o perché non sono stati capaci a “vendersi” bene (professionalmente).Non hanno mai trovato l’aggancio giusto per poter farsi notare su qualche rivista del settore, non hanno curato le pubbliche relazioni con gli addetti ai lavori. Hanno solo e sempre rivolto le attenzioni ai loro clienti, al servizio dell’ospitalità al quale, come lavoro, hanno dedicato la loro vita. Dedico queste righe a quei Barman (con la B maiuscola) che magari non sanno strabiliarvi con le evoluzioni delle bottiglie ma sanno farvi provare emozioni che troverete nel drink preparato per voi, o nella frase detta per tirarvi su il morale o nella stretta di mano nel momento dell’arrivederci. Si, è vero, sono un po’ restio alle nuove mode, ma non sono contrario ai cambi generazionali, sono io oramai di altri tempi e ho imparato a essere barman con insegnamenti di altri tempi. I giovani mi stanno insegnando nuove forme di espressione da dietro il banco, è interessante, ma quando sorseggio un Dry Martini di qualche collega mi piace vedere la linearità dei movimenti, le quantità curate alla goccia, la miscelazione dal basso verso l’alto, il twist o l’oliva che scivola, quasi a ricordare le mani di un pittore. Queste sono le emozioni che mi interessano, riassumendo, il contatto umano anche se lontano dai riflettori. Ciao, ai prossimi …pensieri.

Importanza della parola "barman"

Salve a tutti, mi chiamo Sergio, alias Trevirtu. Sono barman professionista da tantissimi anni per vocazione e anche se la tecnologia non è il mio forte cerco di esprimere le mie impressioni su questo fantastico mondo (quello del bar naturalmente), magari per condividerle con colleghi, ma soprattutto dedicato ai giovani che vogliono intraprendere questa fantastica professione. Desidero dare a voi giovani qualche spunto di riflessione in più prima di intraprendere questa strada. Secondo i tempi del mio lavoro scriverò di volta in volta i miei pensieri aspettandomi anche delle critiche che sarà normale che arrivino. Spero costruttive. L’importanza della parola Barman, entrata dall’inglese nella lingua italiana e spagnola. Negli anni fra il 1978 e 1983 quando facevo gavetta, era una qualifica che solo i veri professionisti potevano usare. Erano rispettati, quasi coccolati dalle persone che potevano usufruire delle loro attenzioni. Il mondo cambia, i tempi cambiano e per una persona come me può diventare difficile comprendere e adeguarsi ai cambiamenti ma posso dire che la parola barman ha subito una inflazione senza precedenti. Oggi TUTTE le persone che lavorano dietro un banco bar dicono di essere “barman”, ma ci rendiamo conto dell’esagerazione? Questa professione, come tutte le altre a questo mondo, richiede apprendimento,studio, tanta pratica, tante strigliate quasi al punto di volerti mettere a piangere e mollare tutto. Ma non lo fai perché ti piace, vuoi riuscire e mandi giù il rospo poiché devi continuare a imparare e RUBARE il mestiere, per diventare come il tuo capo. Si, il mestiere si RUBA, noti ogni movimento, ogni gesto, ogni parola come fosse tutto oro colato, in quel momento sei solo un commis di bar e il tuo capo ha per te solo rimproveri. E non ti spiega mai niente, lascia che tu lo capisca da solo quello che devi fare; poi dopo magari anni di groppo in gola, il capo ti dice:”..oggi stai tu dietro il banco, io ho altro da fare….”, è la tua occasione, sei terrorizzato e contento, le strigliate che ti faceva svaniscono e pensi “… ce la posso fare…”. Il tempo passato nei mesi o anni a studiare libri su libri e a lavorare duro al fianco del tuo maestro sembra che stia dando i suoi frutti. Non te ne sei accorto ma nel tempo passato per la gavetta hai notato il capo in tante situazioni diverse a cui far fronte e hai assimilato le varie possibilità. La gestione del cliente su di giri, quello mai contento, quello disperato, quello ruffiano, quello indeciso e così via. Hai visto come si gestisce il bar,come si fanno le pulizie, gli approvvigionamenti e senza rendertene conto sei diventato un professionista, ma sono intanto passati anni ad apprendere le tecniche di miscelazione, di servizio, nozioni di merceologia su distillati, liquori ecc. E ti è anche servito per capire che la miscelazione delle bevande è,si, importante, ma rappresenta solo il 5 o 10% del lavoro del barman. Ora tornando al presente, le nuove mode del MIXOLOGY richiedono altre conoscenze per fare cose nuove ma un vero barman deve conoscere le regole base del bere miscelato senza le quali non si può costruire niente di nuovo. Mi rivolgo ai giovani che vogliono iniziare, non fatevi prendere dall’euforia di diventare barman perché avete visto il free-style di qualcuno che vi ha entusiasmato, apprendere il mestiere è duro e le cose sono tante, è tanto esteso come diventare uno bravo chef; pensate se volete veramente intraprendere questa via e poi le possibilità sono diverse; frequentare una scuola alberghiera o cercare di farsi assumere da qualche locale di risaputa qualità, ricordatevi che per essere un buon barman è necessario essere anche un buon cameriere. Meglio e forse più facile iniziare come cameriere in un ristorante. Oggi esistono anche tante associazioni che fanno corsi per bartender, tante molto serie e alcune meno, tenete presente comunque che un corso non intensivo di pochi mesi vi può solo dare le basi per continuare a imparare lavorando con qualche buon maestro. Avevo letto questa massima “Tre anni trascorsi a leggere un libro non equivalgono a tre ore di spiegazione da parte di un maestro.” Pensate quindi se si potesse passare tanto tempo con un buon maestro quante cose si potrebbero imparare. Io ho avuto questa fortuna e dopo 35 anni anni di questo lavoro sono innamorato di questa professione come il primo giorno. Ora vi lascio fino alla prossima …riflessione….

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